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Immagine del redattoreMatteo Trevisan

La relazione intricata tra il mondo del cinema e la disabilità.

Secondo il libro "Cinema e disabilità," l'invito è a continuare a godere della magia del cinema, ma allo stesso tempo ad assumere un ruolo attivo. I film, e oggi anche le serie televisive, forniscono un potente strumento di analisi e coinvolgimento, come suggerito dal sottotitolo del libro. Questa proposta riguarda ognuno di noi come individui e come membri di una comunità, rappresentando un appello urgente a coloro che, per vocazione o professione, si dedicano alla promozione e al rispetto dei diritti di tutte le persone con disabilità.


"Di fronte alla disabilità, siamo costantemente coinvolti, sia nella realtà che davanti a uno schermo cinematografico: cosa percepiamo quando la disabilità fa la sua comparsa in un film o in una serie televisiva?". Nel suo ultimo lavoro curato, intitolato "Cinema e disabilità: Il film come strumento di analisi e partecipazione" (Mimesis, 2023), Matteo Schianchi cerca di rispondere a questa domanda, esplorando e analizzando la storia di questa interazione, che ha radici fin dalla nascita del cinema. Questa pubblicazione raccoglie non solo i suoi contributi ma anche quelli di coloro che hanno lavorato a lungo su questo tema.

Il libro traccia un percorso storico che coinvolge quasi seicento opere cinematografiche, fornendo un catalogo dettagliato e ben ragionato sugli aspetti comuni e talvolta problematici del rapporto tra cinema e disabilità. Questa relazione è complessa e attraversa diverse fasi, riflettendo al contempo il pensiero prevalente nella società sulla disabilità e contribuendo a cambiarlo nel tempo.

La disabilità, in termini di concetto e rappresentazione sociale, è sempre stata presente nel cinema fin dai suoi albori. Questo libro, curato da Matteo Schianchi, ci guida attraverso questo percorso, mostrandoci come la definizione stessa dei confini della disabilità e la sua percezione sociale si siano evolute nel corso del tempo.

Da questo racconto emerge la difficoltà nel trovare opere che rappresentino la vita delle persone con disabilità in modo comune, evitando cliché come la disperazione, l'eroismo, la straordinarietà e il coraggio. La proposta che emerge da questi contributi è quella di continuare a godere della magia del cinema, ma anche di assumere un ruolo attivo. I film, e oggi anche le serie televisive, rappresentano un potente strumento di analisi e coinvolgimento, come suggerisce il sottotitolo del libro. Questa proposta coinvolge ognuno di noi come individui e come membri di una comunità, ed è un invito pressante a coloro che, per vocazione o professione, si dedicano alla promozione e al rispetto dei diritti di tutte le persone con disabilità.

Il libro solleva anche la domanda su come guardare e utilizzare i film che trattano la disabilità. Come possiamo evitare gli stereotipi e le semplificazioni? La risposta non è semplice, ma l'invito è a continuare a interrogarsi, discutere e confrontarsi sulla disabilità, sulle relazioni che essa genera e sul rispetto del diritto di tutti a essere considerati come individui, sia nella finzione cinematografica che nella vita quotidiana.

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