Ema Mombrini del gruppo organizzativo della Trans March ha dichiarato durante la presentazione tenutasi il 9 novembre al circolo Maurice GLGBT di Torino: "Siamo consapevoli di portare le nostre idee in un contesto molto diverso rispetto a molti anni fa. Le vite trans sono oggi al centro delle discussioni ogni volta che si tenta di introdurre leggi per garantire la libertà nei percorsi di affermazione di genere, migliorare l'educazione sessuale nelle scuole o fornire diritti, garanzie e protezione alle persone LGBTQIA+". Ha sottolineato che spesso coloro che parlano delle persone trans le dipingono in modo negativo, contribuendo a rappresentare la lotta per i diritti della comunità LGBTQIA+ come una prevaricazione.
Mombrini ha evidenziato la distorsione di queste rappresentazioni, sottolineando che coloro che fomentano l'odio spesso raccontano in modo falso e distorto, sapendo che le persone trans hanno limitate possibilità di rispondere. Da qui nasce l'idea della Trans March, una marcia di liberazione in memoria delle 308 persone che nel 2023 sono decedute a causa della transfobia. Mombrini ha ribadito l'importanza di affermare la politicizzazione della voce trans e il fatto che sono i soggetti politici a dichiararlo e a farlo.
Alla presentazione della Trans March hanno partecipato anche l'assessore alle politiche sociali della Città di Torino, Jacopo Rosatelli, e Valentina Cera, assessora della città di Nichelino e consigliera delegata della Città metropolitana di Torino. La marcia si terrà il 18 novembre in occasione del Transgender Day of Remembrance, partendo da piazza Albarello alle 16:00. Durante la marcia sono previsti numerosi interventi, con conclusione su un palco allestito in piazza Carlo Alberto.
Sofia Darino, vice-presidente del circolo Maurice GLGBT, ha spiegato che la marcia è necessaria perché le identità trans sono spesso invisibili o percepite in modo errato. La marcia può essere una provocazione per far capire alle persone come sono realmente le persone trans al di fuori degli stereotipi. L'iniziativa, organizzata insieme al Coordinamento Torino Pride e con il patrocinio della Città di Torino e della Città metropolitana di Torino, apre un dialogo per spingere alla riflessione chi non ha ancora avuto l'opportunità di porre domande sulla questione a livello umano, al di là del contesto politico.
Sofia Darino ha posto l'attenzione sulle microaggressioni quotidiane che le persone trans subiscono, dalla pronuncia errata dei pronomi all'uso del nome assegnato alla nascita invece di quello scelto, fino alle difficoltà incontrate nei contesti medici. Secondo Darino, la causa di queste microaggressioni è la scarsa informazione sulla comunità LGBTQIA+, già a livello scolastico.
MJ Case, membro del gruppo organizzativo, ha sottolineato l'importanza di una corretta formazione sulle tematiche dell'identità di genere per diverse professioni. Durante la presentazione è stato presentato un documento politico che raccoglie le riflessioni e le battaglie della comunità LGBTQIA+ di Torino, con richieste di utilizzo di un linguaggio inclusivo e il riconoscimento del diritto alla genitorialità delle persone trans.
MJ Case ha sottolineato la sua disponibilità a parlare a nome di chi non può farlo, compresi coloro che hanno contribuito alla marcia e che rischiano perdite lavorative, abitative e familiari se dovessero esporsi. Ha concluso affermando che esistere come persone trans è resistere, ma che non dovrebbe essere così.
Il discorso aperto dalla Trans March e dal documento politico prosegue a marzo con l'evento Star T, avviato nel 2019 dal Coordinamento Torino Pride per premiare e valorizzare i talenti delle persone trans in vari ambiti.
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