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Immagine del redattoreMatteo Trevisan

Donare la propria Casa

La donazione, in base all'art. 769 c.c., rappresenta un accordo attraverso il quale una parte arricchisce l'altra cedendo un proprio diritto o assumendo un impegno a favore di quest'ultima. In questa prospettiva, la scelta di donare una casa ai propri figli si mostra vantaggiosa quando l'obiettivo è evitare gli oneri associati agli atti di compravendita tradizionali. Nonostante i numerosi benefici nell'ambito familiare, la possibilità di effettuare una donazione non è limitata solo ai figli, ma può estendersi anche a individui estranei al nucleo familiare o a parenti più distanti.


Tuttavia, è essenziale notare che in queste circostanze le tasse a carico del donante possono risultare più pesanti. Approfondiamo quindi questo concetto per comprendere quando può essere conveniente donare una casa ai figli o ad altri soggetti. Una panoramica generale sulla donazione rivela che si tratta di un contratto attraverso il quale il donante arricchisce il donatario per spirito di liberalità. Nella pratica, i genitori spesso optano per la donazione di un immobile ai propri figli per anticipare gli eventi legati alla successione.

La donazione di una casa ai figli può avvenire principalmente attraverso due modalità: la donazione diretta, in cui il genitore trasferisce direttamente la proprietà al figlio con l'assistenza di un notaio, e la donazione indiretta, che può implicare l'acquisto dell'immobile da parte del genitore seguito dal trasferimento al figlio o la donazione della somma necessaria per l'acquisto.

È importante evidenziare che la donazione comporta obblighi fiscali per il ricevente, sebbene in alcuni casi si possa essere esenti da tassazione. La valutazione di convenienza per donare una casa ai figli richiede un'analisi attenta delle circostanze specifiche e dei potenziali vantaggi e svantaggi associati a tale operazione.

In merito ai costi di una donazione di casa da padre a figlio, è importante considerare diverse imposte, tra cui l'imposta sulle donazioni, l'imposta di registro, l'imposta di bollo, le imposte ipotecarie e catastali, l'imposta per la trascrizione, le spese notarili e le spese relative alle visure ipotecarie e catastali.

Sebbene possa sembrare il contrario, la donazione comporta dei costi. Ad esempio, l'imposta sulle donazioni si applica in base all'aliquota che varia a seconda del grado di parentela tra donante e ricevente. Nel caso di donazioni ai figli, non si applica alcuna imposta fino a un valore del bene di 1 milione di euro, ma oltre tale limite si versa il 4% del valore del bene donato. Altri costi includono l'imposta di registro, l'imposta di bollo, le imposte ipotecarie e catastali, le spese notarili e le spese relative alle visure ipotecarie e catastali.

Quanto costa un passaggio di proprietà di una casa ai figli tramite donazione? Le spese sono simili a quelle sopra enunciate, ma variano in base al tipo di casa (prima o seconda casa) e al numero di proprietà già possedute dal figlio.

In alternativa alla donazione, è possibile considerare il testamento come strumento per la trasmissione della proprietà immobiliare, sebbene questa avvenga solo dopo la morte del testatore. Allo stesso modo, la vendita del bene ai propri figli è un'opzione da valutare.

Tuttavia, è fondamentale essere consapevoli dei rischi associati alla donazione di un immobile ai figli. Tra questi, l'esposizione potenziale alle richieste legali degli eredi privati della loro quota di legittima rappresenta uno dei pericoli più tangibili. Inoltre, donare casa ai figli per evitare il pignoramento da parte dei creditori può comportare rischi per i diritti stessi dei beneficiari, con possibili azioni revocatorie.

In conclusione, la decisione di donare una casa ai figli è una scelta che va ponderata attentamente, tenendo conto dei vantaggi fiscali e delle possibili complicazioni future legate a questa decisione.

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